martedì 17 marzo 2020

Corona virus: e fu subito psicosi

Oramai non c'è più nessuno che non ne sia a conoscenza, è diventata una
parola quotidiana e non c'è giorno in cui non se ne parli.
È da metà febbraio che si sentono notizie di negozi svaligiati o di persone
che escono con mascherina, guanti e un igienizzante pronto all'uso: agli inizi
queste persone erano definite esagerate, si riteneva che il virus fosse
solamente una semplice influenza e che non ci fosse bisogno di
preoccuparsi; adesso quelli che giudicavano si sono ritrovati nella loro
stessa situazione, ovvero di fare scorte molto ampie perché nel loro paese
c'è il rischio di dover affrontare una quarantena domiciliare (come succede
nei casi in cui risultano positive più della metà degli abitanti) o per poter
restare in casa per assistere qualche parente.
Questa situazione mi fa venire in mente alcuni degli avvenimenti passati e
uno di questi è riferito agli inizi dell'epidemia.
Li Wenliang fu il medico cinese che scoprì l'esistenza del corona virus: a
Wuhan c'erano sette casi di un virus che sembrava SARS, un altro virus che
ammazzò 349 persone solo in Cina. Dopo numerosi studi eliminò la sua
prima ipotesi e ne creò un'altra: ovvero che si stesse diffondendone uno nuovo. A fine dicembre dichiarò all'ospedale di Wuhan la presenza di un virus
che non era SARS e che rischiava di diventare un'epidemia, ma tutti gli
dissero di tacere e fu arrestato per procurato allarme; ma quando si scoprì
che quello che diceva non era una menzogna e che il virus si stava
propagando non solo in Cina, fu scarcerato. Tornò al lavoro, ma quasi subito
si ammalò del virus di cui aveva scoperto l'origine, e morì il 7 febbraio.
Mi viene spontaneo paragonare questo avvenimento al periodo degli inizi del
'600, con il processo di Galileo Galilei: nel 1610 Galilei inizia a studiare
astronomia con strumenti scientifici e scopre che sul Sole ci sono delle
macchie in movimento, e con questa osservazione dedusse che non era la
Terra al centro del sistema, ma proprio il Sole. Quando andò ad esporre la
sua teoria, la Chiesa ebbe praticamente la stessa reazione che ebbero i
colleghi del medico cinese, se non peggiori. Infatti essa nel 1616 gli impose
di tacere, visto che con la sua affermazione metteva in dubbio le teorie
aristoteliche, e poi lo processarono, per poi finire in carcere e morire lì, ma
dopo la morte venne a galla che quello che diceva Galilei era la realtà.

In questo momento non siamo più in fase di epidemia ma di pandemia
globale, i negozi che restano aperti stanno diminuendo, le città stanno
diventando sempre più spoglie di gente, e questa situazione sta aumentando
l'odio tra le persone: sono numerose le testimonianze di violenza a causa
della loro nazionalità orientale o per futili motivi, come per non aver starnutito
come prevedono le attuali regole o per non aver rispettato quel metro
preciso di distanza. Tutto questo è la conseguenza della paura che si sta
diffondendo in questo momento, e ognuno ha la propria reazione, sia
positiva che negativa.
Ho chiesto alle persone che incontravo nel paese in cui abito di riassumermi
la situazione attuale in una parola: le risposte che ho avuto sono state per la
maggior parte "paura", "ansia" e "guerra", le altre persone non mi hanno
saputo rispondere o non volevano esprimersi. Molti anziani mi hanno detto di
prepararmi perché stiamo combattendo contro la terza guerra mondiale, che
hanno voluto posare le armi e utilizzare un batterio perché è molto più
"infido" in confronto a una semplice arma concreta. Dopo questi risultati mi
viene da dire che si tende per la gran parte a pensare al peggio e mai a
trovare una via d'uscita da questa "selva oscura", o come soluzione sono
disposti ad iniziare una guerra.
La mia opinione è che bisogna essere più aperti mentalmente per poter
captare altre soluzioni e di non farsi influenzare dagli altri o dalle opinioni
altrui.
Detto sinceramente io in questo momento sto provando molta paura, ma non
per me o per i miei parenti, ma per i miei amici che ho lasciato a causa di
questo trasferimento, per il fatto che non possa "combattere" questa
situazione con loro e non possa stare al loro fianco per poterli tranquillizzare,
visto che sono tutti allarmati per i loro nonni o per i loro parenti che hanno
patologie; diciamo che è aumentata molto la nostalgia, quello sì, ma come
dico sempre, bisogna pensare a qualcosa di positivo, perché l'essere positivi
ci aiuterà a dare il massimo di noi stessi in qualsiasi situazione.

2 commenti:

Stefania Mascia ha detto...

Stiamo vivendo una situazione surreale. Mi sembra di essere in una puntata di Black Mirror: tutti chiusi in casa, nessun contatto, solo tecnologia. Ogni mattina al risveglio penso sia stato solo un incubo e poi mi rendo conto che è tutto vero: non è facile abituarsi. Non resta che sperare che tutto si risolva al più presto e che questi giorni particolari possano dare insegnamenti per il futuro.

Bianca ha detto...

speriamo di essere capaci di imparare ... tolleranza, comprensione, disponibilità, accoglienza, rispetto, generosità...