mercoledì 1 aprile 2020

Il nome della rosa di Umberto Eco



Un giallo storico, intrigante e avvincente. Pubblicato nel 1980, è il capolavoro di Umberto Eco.
Si narra dell'indagine condotta da un frate francescano, Gugliemo da Basckerville, e dal giovane monaco Adso, sulle morti sospette verificatesi in un'abbazia benedettina nel 1327. I due studiano la vita del monastero, le consuetudini dei monaci e si avventurano poi nello spazio più segreto del luogo: la biblioteca. La sete di conoscenza, limitata dai divieti della Chiesa medievale, diventa un'ossessione per chi muore.
"La biblioteca si difende da sola, insondabile come la verità che ospita, ingannevole come la menzogna che custodisce. Labirinto spirituale, è anche labirinto terreno", dirà l'Abate, quando gli si chiederà il permesso di visitarla.
Il ritrovamento dei cadaveri, studiati nei minimi dettagli, permette a Guglielmo di seguire una strada che si svela gradualmente, grazie al suo acume e alla sua capacità di andare oltre le apparenze, sciogliendo così i simboli che circondano la realtà. "Nulla è più fugace della forma esteriore", ripeterà spesso per contestare ipotesi semplicistiche.
Un'immersione nel Medioevo, nei suoi misteri e nella sua simbologia. La narrazione è condotta con eleganza e raffinatezza; difficile per chi si aspetta una lettura scorrevole, estremamente stimolante per chi ha il piacere di seguire la vicenda.

2 commenti:

Alice Contu ha detto...

Libro bellissimo ❤❤

Stefania Mascia ha detto...

Ho letto questo libro in prima liceo, ricordo che l’avevo trovato avvincente e suggestivo. Mi colpirono molto le descrizioni minuziose dell’abbazia. Come molti libri ambientati nel Medioevo, l’atmosfera è cupa e misteriosa.